Convivere con il lupo

Ph. Augusto Rivelli - Archivio Aree Protette Alpi Marittime
Ph. Augusto Rivelli – Archivio Aree Protette Alpi Marittime

Conosciamo il lupo

Il lupo (Canis lupus) è, tra tutte le specie selvatiche della famiglia dei Canidi (ordine Carnivora), l’animale di maggiori dimensioni. I suoi parenti più stretti sono il coyote, lo sciacallo, il dingo e il cane domestico.

L’organizzazione sociale dei lupi è altamente strutturata e regolata da un sistema di comunicazione e interazione di gruppo difficilmente riscontrabile nel regno animale.

La corporatura del lupo è snella e robusta e le dimensioni ricordano quelle di un pastore tedesco. Il lupo della popolazione italiana ha un peso compreso in media tra i 25 e i 35 kg, con maschi adulti che possono raggiungere pesi di 40-45 kg. La lunghezza di un esemplare adulto è di circa 110-115 cm, alla quale va aggiunta ancora la coda che misura in media 30-35 cm. L’altezza al garrese è compresa tra i 50 e 70 cm.

La colorazione del pelo è molto variabile sia a livello sotto specifico che individuale e varia da toni beige-rossicci più tipici dei periodi estivi, a quelli marroni-grigiastri con sfumature nere caratteristici del manto invernale. Una peculiarità del lupo della popolazione italiana sono le due bande nere sugli arti anteriori.

Può coprire distanze fino a 60 chilometri in una sola notte, raggiungendo velocità massime tra i 45 e i 50 chilometri orari. Controvento, riesce a percepire la presenza di altri animali a una distanza di 270 metri. Può udire l’ululato di altri lupi fino a una distanza compresa tra 6,4 e 9,6 chilometri. La sua percezione dei suoni è particolarmente acuta, con una gamma uditiva che arriva fino a 40 kHz, a differenza dell’uomo che percepisce solo fino a 20 kHz. Ha un angolo visuale di 250°, mentre quello dell’uomo è di 180°.

Per saperne di più:

https://www.centrograndicarnivori.it/lupo/conoscere-il-lupo

Attività di studio e monitoraggio

Progetto Life Wolf Alps 2014-2018

Report_Regione-Piemonte.pdf

Il lupo nel Parco fluviale Gesso e Stura

Il Parco fluviale Gesso e Stura rappresenta un corridoio ecologico che favorisce gli spostamenti della fauna, fra cui anche i lupi. La necessità di verificarne la consistenza è quindi molto importante, soprattutto in un’area urbanizzata come questa.

Il Parco fluviale Gesso e Stura ha partecipato al monitoraggio del Life Wolf Alps a partire dal 2020, in seguito al ritrovamento delle prime impronte sulla sabbia del greto del Gesso, e prosegue anche nel 2025, in collaborazione con le Aree Protette Alpi Marittime (APAM) e il Centro di Referenza regionale per i Grandi Carnivori (CGC), grazie alla preziosa opera di volontari formati e abilitati.

Le prime osservazioni nel territorio del parco risalgono alla famosa vicenda del lupo M15 detto “Ligabue”, che passò di qui nel 2004. Per un certo tempo, finché i territori di montagna venivano progressivamente colonizzati, le presenze in pianura erano solo rappresentate per lo più da occasionali giovani in dispersione. Nel 2016 e 2018 si registrarono due casi di lupi morti in uno scontro con un’auto, a Murazzo e a Centallo, mentre altri venivano sporadicamente avvistati. Tutte osservazioni di cui diedero notizia i giornali locali.

Nel 2020 viene osservato il primo branco stabile: saturate le valli e le montagne, i giovani in dispersione si sono infine insediati anche in pianura, trovando un territorio comunque ricco di caprioli e cinghiali, ma con insidie per loro inedite, come le automobili, il bracconaggio e a volte il veleno. Nel caso del Parco fluviale Gesso e Stura, si trattava inizialmente di una coppia stabilitasi lungo il fiume Stura, che si spostava fra il fossanese e l’area di Cervasca – Roccasparvera. Essendo molto mobili, gli avvistamenti si fecero frequenti, dando l’impressione che ci fossero molti più esemplari in zona. In realtà, in questo periodo sembra fossero sempre gli stessi due esemplari. Si registrarono anche alcuni attacchi a pecore. Il monitoraggio, anche con fototrappole, ha permesso di seguire l’evoluzione di questa famiglia che in seguito ebbe i cuccioli, i quali andarono poi in dispersione, lasciando il branco composto quasi sempre da maschio, femmina e un solo giovane dell’anno precedente. Si ha notizia di alcuni lupi morti per incidenti in questo periodo e di una aggressione a un altro lupo, un giovane maschio di passaggio rifiutato dal branco.

Nel 2023 si insediò una nuova famiglia sul lato Gesso che nell’anno seguente ebbe i piccoli, ma già in autunno la famiglia si era ridotta ai soli due esemplari iniziali, mentre i giovani pare siano andati presto in dispersione. Anche su questo lato si contarono diverse morti di lupi per scontri con auto, sia fra adulti che fra cuccioli.

In sostanza, se è vero che il gruppo cresce in primavera – estate con i cuccioli, la naturale dinamica del branco tende a diminuirne di nuovo il numero in autunno – inverno in seguito alla morte di alcuni per incidenti o attacchi fra conspecifici, oppure per la dispersione dei giovani.

I lupi del Parco fluviale Gesso e Stura pare si nutrano principalmente di caprioli e cinghiali, e a volte attaccano le pecore al pascolo, mentre in rari casi quelli più in difficoltà si avvicinano alle case in cerca di cibo (per cui si raccomanda di non lasciarne all’aperto, soprattutto nelle ore notturne), oppure cercano rifiuti. Per i casi di gestione delle greggi, per le informazioni relative a recinzioni, cani da guardiania e altri sistemi di prevenzione, si può fare riferimento alla pagina: https://www.areeprotettealpimarittime.it/news/2582/squadre-di-emergenza-per-la-prevenzione-degli-attacchi-da-lupo

Per scongiurare, o almeno minimizzare i rischi di ibridazione e/o di interazione, si raccomanda di tenere i cani al guinzaglio quando si passeggia nel Parco fluviale: i lupi si terranno a distanza e di solito non si faranno vedere, e noi potremo goderci il piacere di una passeggiata all’aperto in piena sicurezza per il nostro amico a quattro zampe.

Segnalazioni

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Scopri cosa fare e soprattutto non fare!

Lupi confidenti

lupi confidenti sono animali che hanno perso la naturale diffidenza verso le persone e si lasciano avvicinare, o si avvicinano, ripetutamente e senza mostrare reazioni di fuga o paura.
Prerequisito per la confidenza è l’abituazione, ovvero la perdita delle risposte a uno stimolo, in questo caso la perdita della diffidenza verso le persone, che può essere rafforzata da un condizionamento positivo (per esempio, quando viene fornito all’animale, volontariamente o involontariamente, del cibo).

È perciò opportuno adottare delle buone abitudini che evitino lo sviluppo di tali comportamenti nel lupo – e nei selvatici in generale.

Esistono diversi gradi di confidenza che richiedono attenzioni e interventi gestionali diversi.
Nel caso in cui il livello di confidenza diventasse particolarmente alto (l’animale si avvicina volontariamente e ripetutamente alle persone a meno di 30 metri di distanza e sembra manifestare interesse nei loro confronti), l’attenzione deve essere massima, per evitare il rischio che le interazioni sfocino in comportamenti aggressivi. Per questo motivo, è fondamentale avvisare le autorità competenti se si notassero comportamenti confidenti o anomali da parte del lupo.

Attenzione, però! La presenza di un lupo in contesto antropizzato, ovvero un lupo che attraversa strade o passa vicino alle case non è necessariamente un lupo confidente, dipende da come si relaziona con le persone. Lupi (e altri animali) che frequentano abitualemente contesti urbanizzati sono infatti definiti urbani.

Per saperne di più

Leggi la strategia operativa per la documentazione dei lupi confidenti e il documento sulla gestione dei lupi confidenti redatto dalla LCIE-IUCN.
Scopri anche l’approfondimento sulla conferenza tematica del LIFE WolfAlps Eu a tema lupi confidenti del 29 aprile 2022.