Storia

L’idea di un parco fluviale nasce molti anni fa dal bisogno di ridurre il degrado causato dalle numerose attività economiche sorte a ridosso della città, di riqualificare l’area con attività e infrastrutture rispettose dell’habitat naturale, di migliorare la qualità di vita degli abitanti e ridare una funzione sociale ai fiumi.

Lettere e petizioni da parte di associazioni e cittadini sono giunte all’Amministrazione fin dal 1979, stimolando una prima attività di ricerca storica e naturalistica sull’area in seguito illustrata attraverso una mostra di fotografie e un catalogo.

È con il Piano Regolatore del 1986 che l’area dei bacini fluviali viene individuata come Parco della Natura e si aprono nuovi orizzonti per il futuro. I primi interventi attuati sono il completamento della zona degli impianti sportivi e del Nuvolari, la costruzione della pedancola verso Boves e della pista ciclabile, il risanamento di alcune aree e l’insediamento di alcune strutture come il Canoa Club, il Cucu, l’Oasi della Lipu. Inoltre, il censimento dei boschi, delle proprietà e delle attività produttive, l’individuazione delle aree di maggiore valenza ambientale mediante l’impiego di persone disoccupate.

Dopo una lunga stasi e nella necessità di intervenire per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua, nel 1999, il Comune di Cuneo partecipa al progetto PRUSST, prevedendo la realizzazione di aree protette con nuovi percorsi pedonali e ciclabili, laghetti e altre strutture ad uso ricreativo e sportivo e la bonifica di aree destinate a discarica.

Nel 2003, l’approvazione del Piano generale di coordinamento per la valorizzazione e difesa degli ambiti fluviali del Gesso e dello Stura segna l’inizio di una nuova era per il Parco Fluviale. Insieme all’avvio dei primi cantieri, si è voluto mettere in atto un progetto di tutela delle peculiarità naturalistiche, storico-architettoniche, culturali e agricole e delle funzioni sociali di quest’area che per la sua vicinanza al centro cittadino può contribuire significativamente al miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti. Tutto ciò però senza interferire negativamente, ma anzi integrandosi, con le normali attività agricole che hanno nel tempo disegnato un paesaggio agrario esso stesso meritevole di valorizzazione. Il Parco fluviale Gesso e Stura diviene così lo strumento di promozione, sviluppo, coordinamento e di integrazione di progetti, iniziative e attività che, attraverso la valorizzazione dell’identità culturale, storica, territoriale, ambientale e paesaggistica del territorio, sta innescando un processo di sviluppo e promozione ambientale, economica e sociale.

La prima campagna di comunicazione del parco

È il 19 febbraio 2007 che il Parco fluviale Gesso e Stura viene istituito dalla Regione Piemonte, con le legge regionale n.3/2007, e la gestione viene affidata al Comune di Cuneo. A partire dal 2012, poi, il Parco fluviale si è ampliato ai comuni di Borgo San Dalmazzo, Castelletto Stura, Centallo, Cervasca, Montanera, Roccasparvera, Roccavione, Vignolo e Sant’Albano Stura, comprendendo complessivamente 10 comuni per una superficie di circa 4.500 ha, 60 km di fiume e una popolazione di oltre 90.000 abitanti, rappresentando sempre più una cerniera di collegamento tra area montana e pianura.

Con L. R. 11/19, in vigore dal 19 aprile 2019, la Regione Piemonte ha sancito l’ampliamento del territorio del Parco fluviale Gesso e Stura, cambiando anche denominazione e status dell’area della riserva, diventata “Parco naturale Gesso e Stura”. I quattro nuovi Comuni che entrano a far parte del territorio del Parco – Fossano, Trinità, Salmour e Rittana – portano a 14 il totale degli aderenti. Con questo ampliamento, il Parco raggiunge un’estensione di 5.500 ettari (1.500 in più rispetto all’assetto precedente), con una popolazione totale pari a 120.000 residenti, mentre i chilometri di fiume compresi nell’area diventano 70.

Il parco fluviale cresce

Si tratta di una sfida importante su cui si misurerà la capacità delle amministrazioni comunali coinvolte di fare sistema, lavorare in sinergia su progetti condivisi per la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali del territorio, programmare e coordinare idee e azioni.

Con il tempo il parco è dunque cresciuto e la sua vocazione di valorizzazione del territorio si è agganciata a quella di promozione, con l’obiettivo di creare una fascia che sia effettivamente fruibile. Questo significa concentrare cultura, sport, intrattenimento, didattica e relax in un unico luogo, o meglio, in uno scenario verde. Una vera e propria “rete verde” di servizi, percorsi ciclo-pedonali e culturali insieme.

Un parco dagli ideali ambiziosi: il rispetto delle vocazioni originarie del territorio e, insieme, la valorizzazione di tutte le potenzialità dell’area. Si tratta, infatti, di uno spazio polifunzionale, adatto allo sport e al relax, ma anche alla realizzazione di manifestazioni e attività culturali. La costituzione del parco vuole essere un’occasione di sviluppo per il territorio.

Per far sì che questi obiettivi vengano raggiunti risulta fin dall’inizio fondamentale il coinvolgimento della popolazione, indispensabile anche per garantirne la vitalità futura. Solo in questo modo può trovare piena realizzazione la vocazione del Parco come luogo ricreativo e socializzante a servizio della città, per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini di tutte le fasce di età.

Un progetto di lungo periodo, da realizzare insieme ai cittadini che in futuro ne fruiranno, sentendolo un po’ il giardino di casa propria.